sabato 24 agosto 2019

A 3 anni dal terremoto ad Amatrice


3 anni...
3 anni di lacrime, fatica, sudore, sorrisi, abbracci, pasta, staffette, assemblee, feste, macerie, assorbenti, arrosticini, disagio, tende, neve, container, chilometri macinati per arrivare nel cratere, skype call per organizzare i turni e i volontari, chat, studio, amici, baci, paura, felicità, terra che trema, ingv sempre acceso, stalle da costruire, incendi da spegnere, nuovi e vecchi amici, spazzolini da denti, cas, coc, fango da spalare, cani da sfamare, canti, sussurri, container, staffette, banchini e raccolte fondi in ogni dove, documentari e libri prodotti, amatriciana, vino di casale Nibbi...
3 anni intensi, 3 anni con i fratelli e le sorelle delle Brigate di Solidarietà Attiva - Terremoto Centro Italia.
La nostra vita ad ogni intervento cambia...la vita dei terremotati, gli alluvionati, le vittime degli incendi, dei braccianti anche...ma noi poi torniamo a casa e loro una casa non ce l'hanno più e, ormai dal 2009 lo sappiamo, questo non cambierà per anni e anni.
Noi facciamo quello che possiamo per aiutare il popolo col solo aiuto del popolo, altri fanno proclami e poi stanno al calduccio a scaldare le loro sedie.
Noi speriamo di non dover più esistere, che un giorno qualcuno dica: non c'è più bisogno delle BRIGATE SOLIDARIETA' ATTIVA...altri sperano di essere ancora in parlamento e per poterlo essere sanno benissimo che non devono cambiare lo status quo...
Oggi è un giorno triste, un giorno in cui tutti e tutte dovremmo fermarci e riflettere su quello che facciamo o non facciamo, per fare in modo che queste tragedie non succedano più: dalla messa in sicurezza del territorio alla prevenzione.
Ma oggi è anche un giorno in cui ringraziare.
Ringraziare tutti quegli uomini e quelle donne che senza il minimo dubbio ogni giorno decidono che se lo stato, le istituzioni non si danno da fare toccherà ancora a loro rimboccarsi le mani, mettersi le pettorine e fare quello che ogni essere umano degno di questo nome farebbe: aiutare chi ne ha bisogno!
Grazie cumpà, il mondo potrebbe essere anche peggiore di questo se non ci foste voi. 

mercoledì 14 settembre 2016

Facebook attiva il cross posting dei video: cinema e musica potrebbero averne grossi benefici!

Da qualche giorno Facebook ha rilasciato l'ennesimo aggiornamento per i gestori di Pagine: la possibilità di effettuare cross-posting dei video in una stessa Pagina o da Pagine diverse.


Ad un primo sguardo la funzione di video cross-posting non sembra essere utilissima ... promette di semplificare il lavoro a chi gestisce le Pagine bFacebook evitando di dover caricare video più volte, sì, ok...e poi?

La prima cosa interessante è che utilizzando i video con cross-posting si possono monitorare le prestazioni di ogni singolo video pubblicato in diversi post con insights consolidati (quindi ogni video raggrupperà tutte le sue prestazioni anche se è stato pubblicato in post e/o pagine diverse).

L'altra novità è che le pagine possono fornire l'autorizzazione ad altre pagine per l'utilizzo del video (come fosse un video pubblicato nativamente sulla pagina in questione) e che (se abbiamo ottenuto le autorizzazioni) possiamo pubblicare sulla nostra pagina quelli di altri.
Video Cross Posting su Facebook
I video con cross-posting ti consentono di usare di nuovo un video in più di un post


La domanda che serpeggia nell'ambiente dei professionisti del Social Media Marketing è molto semplice: che utilizzo del video cross-posting posso fare?

Per tutte quelle aziende che usano Facebook Locations e che sentono l'esigenza di condividere i video tra le pagine figlie e/o pagina padre l'utilità di questa funzione appare abbastanza ovvia, ma le altre?

Ho provato a immaginare che utilizzo potrebbe farne il mondo del cinema o della musica ed ecco alcune delle idee che mi sono venute in mente:

  1. sono una società di produzione televisiva o cinematografica e ho la mia pagina Facebook  ufficiale, ma ogni film che produco ha bisogno della sua pagina "personale", quindi ogni film avrà sulla sua pagina alcuni video (penso ai trailer, al making of, i backstage ecc).
    Non sarebbe bello se anche la pagina della "casa madre" potesse cross-postarli senza doverli ricaricare?
    E il fatto di avere sotto occhio le statistiche consolidate non sarebbe una boccata di aria fresca per chiunque si occupi di analisi dei dati?
  2. sono una casa discografica, ho la mia pagina ufficiale, ma ogni artista che produco ha la propria, separata dalla mia.
    Anche in questo caso, il cross-posting sembra quasi manna dal cielo: da ogni pagina dei "miei artisti" posso cross-postare i video, e viceversa, quindi anche in questo caso potrò avere il totale controllo sui dati (che anche in questo caso possono valere oro)
  3. ho un locale (o sono un promoter e organizzo un festival, un concerto, uno spettacolo teatrale...) non sarebbe bello se i video che il gruppo che suonerà da me tra 15 giorni venissero pubblicati anche sulla mia pagina e, magari, che quello che pubblico io dopo (ad esempio il live della serata) venisse pubblicato sulla loro pagina?
  4. sono una band, è appena uscito il mio disco in cui hanno suonato come ospiti musicisti di altri gruppi musicali, anche qui: il cross-posting dei video potrebbe essere un'ottima mossa di marketing per tutte le realtà coinvolte nel progetto.
Ti vengono in mente altri utilizzi di questa funzione? Discutiamone!

Hai dubbi su come utilizzarlo? Ecco i link alla guida di Facebook:

sabato 3 settembre 2016

Sulla Satira, su Charlie e amenità varie

Ed eccoci qui, puntuali come sempre, a far polemiche da tastiera come se non ci fosse un domani.
Ora è il turno della vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto in centro Italia.

Sisma all'italiana Charlie Hebdo

I fatti:

  1. Charlie Hebdo è un giornale satirico Francese che ha subito un terribile attacco terroristico in cui sono morte parecchie persone.
  2. Subito dopo l'attacco il popolo del web si è indignato (che strano, ma qui ci poteva anche stare) e sui social sono iniziate ad apparire prima bandiere francesi sovrapposte alle immagini di profilo e l'hashtag #JeSuisCharlie 
  3. In Italia c'è stato l'ennesimo terremoto che ha provocato un numero incredibile di morti.
  4. In Italia si è "scoperto" che forse, dall'ultimo terremoto la ricostruzione non era stata fatta proprio a regola d'arte (che strano!)
  5. Charlie Hebdo pubblica una vignetta in cui cerca di dire la sua su come gli italiani non si siano mai dati una mossa per cambiare lo status quo.
  6. Subito dopo l'apparizione della vignetta il popolo del web si è indignato e sui social sono iniziate ad apparire cose che preferisco non ripetere, ma il succo è che non siamo più Charlie (#JeNeSuisPasCharlie).

Le mie (inutili) considerazioni:


Se lo scopo della satira è quello di stimolare pensiero non allineato, una vignetta DOVREBBE sempre provocare emozioni (belle o brutte, non importa, la satira deve far pensare con un sorriso, più o meno tirato, più o meno disgustato). 

Se poi il popolo del web iniziasse ad andare a scavare un po' sotto la superficie del "a me ha fatto schifo" e provasse a pensare a chi sono i vignettisti di Charlie, quali sono le millemila vignette che hanno pubblicato e che non abbiamo visto perché nessuno si è indignato più di tanto (penso a quella sui poliziotti belgi ad esempio, che in pochissimi hanno visto... FORSE perché i belgi si sono resi conto che - forse forse - Charlie aveva ragione e invece che indignarsi sui Social hanno pensato di rimediare per fare in modo che non fosse più necessario fare della satira su di loro? FORSE, non lo so), magari si risparmierebbero forze e quelle che usiamo quotidianamente per far polemiche inutili potremmo usarle per fare qualcosa di concreto (tipo fare in modo che non succeda più?)

P.s. Charlie ha anche risposto agli italiani indignati con una "controvignetta", ma pare che in pochi abbiano capito anche questa, forse è colpa della lingua francese ... troppo diversa dalla nostra!
:-(
Charlie Hebdo non costruisce le vostre case

mercoledì 31 agosto 2016

Terremoto, Zuckerberg e la Croce Rossa Italiana

Mi ero ripromessa, finora, di non parlare della donazione di Mark Zuckerberg dopo il terremoto in centro Italia alla Croce Rossa, ma dopo aver letto alcuni deliranti commenti all'intervista ad Alessandro Sportelli (ottimo professionista su cui mi sentirei di mettere la mano sul fuoco) mi prudono le manine e quindi ho voluto mettere in chiaro, dal mio punto di vista, alcuni concetti:

  1. Questa è un'intervista a una persona che potrà dire, da intervistato, quel cacchio che vuole!
  2. So che quelli che si definiscono guru tendono a stare sulle scatole (giustamente) beh ... per una volta che non è il soggetto in questione a definirsi tale: questa volta prendetevela con il giornalista!
  3. (copia e incolla)
    "Cinquecentomila euro, se ben spesi su Facebook, possono permettere alla Croce Rossa di accumulare donazioni per diversi milioni di euro oltre ovviamente a veicolare con facilità, e capillarmente, eventuali messaggi di pubblico interesse. Da ciò si desume facilmente che la richiesta di trasformare in denaro quella donazione non è solo immotivata, vista la coerenza con la propria attività, ma anche potenzialmente dannosa, visto il valore superiore che questa donazione potrà rappresentare sia in termini di ulteriore denaro raccolto sia in termini di diffusione efficace delle informazioni. E mi lasci dire un'ultima cosa
    Prego…Sono disponibile ad aiutare gratuitamente la Croce Rossa ad ottenere il massimo beneficio da questa donazione."
  4. Ho letto millemila socialmediacosi che si interrogavano come la Croce Rossa con i suoi pochi mezzi e le sue poche competenze avrebbe potuto sfruttare questa "donazione", che avrebbero dovuto investire almeno la metà nel pagare le agenzie per farlo al posto loro, che andranno sicuramente sprecati... io non amo particolarmente la croce rossa (non quello che fa, ovviamente, ma il modo in cui viene amministrata, soprattutto in momenti di crisi - se volete leggetevi Croce rossa - Il lato oscuro della virtù di Alberto Puliafito, per farvi un'idea di quello che dico) ma sono sicura che se qualcuno - che sa come fare - prendesse in mano la suddetta donazione qualcosa di buono potrebbe venirne fuori (poi per il come e da chi quel qualcosa verrà usato...parliamone quando accadrà).


domenica 3 luglio 2016

Verification Handbook, perché le fonti (anche digitali) vanno controllate! SEMPRE!

Chi mi conosce lo sa, ho sempre avuto il pallino per la verifica delle fonti! 
Pur non essendo una giornalista (di questi tempi lo dico quasi vantandomene) mi occupo da anni di comunicazione sul web e mi arrabbio quotidianamente quando vedo sui social media notizie-bufala condivise come se non ci fosse un domani oltre a domandarmi sempre il motivo che spinge una persona a non perdere 5 minuti a controllare quanto meno che la notizia sia vera.

Ovviamente è capitato anche a me (in passato) di condividere dei contenuti che poi si sono rivelati errati, la maggior parte delle volte avevo "preso" la notizia da siti di giornali mainstream, confidando ingenuamente che almeno loro le fonti le verificassero ... quando, dopo aver controllato ed appurato personalmente che la notizia era una bufala, però, ho sempre preferito chiedere scusa e correggere il tiro!

Ne consegue che la cosa che mi fa arrabbiare di più sono i giornalisti che lanciano queste notizie, le testate che si permettono, forti del loro essere mainstream, di farsi beffa dei lettori pubblicando notizie false (quelle tendenziose sono state, purtroppo, sdoganate da troppo tempo ...) e, come in certi casi, di non accettare neppure di essere criticati dopo che sono stati scoperti (per approfondire il caso a cui mi sto riferendo direttamente ecco la ricostruzione puntuale ad opera di Alberto Puliafito e Slow News della vicenda L'Unità vs. Raggi).

Ecco, quindi, che non potevo che accogliere con immensa gratitudine la pubblicazione del Verification Handbook, tradotto anche in italiano e scaricabile completamente gratis!

Verification Handbook
Il Verification Handbook,
gratis anche in italiano!

Il Verification Handbook non è un libro dedicato solo ai professionisti che hanno deciso (finalmente) di tornare ad un giornalismo etico e corretto e fare del fact checking una best practice, ma un manuale che dovrebbe essere letto da ogni persona che voglia provare ad avvicinarsi il più possibile alla verità:
«Di questi tempi è sempre più vitale conoscere la verità e saper verificare le notizie e altre informazioni. Questo manuale fornisce gli strumenti fondamentali a tutti, giornalisti e cittadini, per farlo in maniera efficace».
Howard Finberg, Responsabile delle partnership di formazione e delle alleanze, The Poynter Institute 
Riassumendo:




  • qui invece c'è il sito di Slow News http://www.slow-news.com/, senza il quale questo piccolo miracolo italiano non sarebbe stato possibile!


Buona lettura estiva a tutti e tutte!

venerdì 15 aprile 2016

Mai morti furono più bianche di queste.

Alcuni anni fa, per lavoro, ho avuto il grande onore di conoscere i cavatori. 
Sì tutti! 
Perché i cavatori sono come un'unica persona che vive e muore insieme ai respiri della montagna. 

Persone fiere, vere, unite e solidali: compagni! 


Persone che con un occhio guardano il bianco accecante della montagna e con l'altro controllano che i propri compagni non siano in pericolo...sempre. Persone che con un orecchio ascoltano gli scricchiolii del marmo che li nutre, con l'altro controllano se i richiami dei compagni, che riecheggiano da cava a cava, sono gioiosi e, se non lo sono, mollano tutto e vanno a controllare se, per caso ma non troppo, la montagna violata non si sia ribellata ai millemila anni di violenze subite per permetterci di godere dei suoi frutti.


Ieri non ce l'hanno fatta, i cavatori, a proteggersi l'un l'altro.
Occhi spalancati e orecchie tese non sono bastati a salvare i loro compagni da una montagna ormai sfinita. 


Che la terra vi sia lieve. 

Grazie per tutto quello che mi avete insegnato.

In quei giorni, in cava, pioveva!
Non dimenticherò mai come mi sono sentita inorgoglire sentendo il capo cava, mentre mi sollevavate con la pala per vedere il tramonto sul mare di Carrara, che con una semplice frase, uscita con tutta la schiettezza che solo chi si asciuga il sudore con la manica può avere, mi faceva entrare nel loro mondo: "sei ufficialmente una cavatrice" mi disse, e oggi piango con loro.

mercoledì 6 aprile 2016

L'aquila 7 anni e?

Quella notte tra le lacrime di molti, tanti, troppi c'era chi rideva... nei giorni successivi c'erano i campi e il centro di Comando e Controllo, c'era l'attuale candidato a sindaco di Roma che faceva il bello e cattivo tempo e c'era il berlusca che regalava dentiere, c'era la Protezione Civile SPA e il filo spinato intorno ai campi degli sfollati ... il G8 ...

Poi c'era la gente dell'Aquila, gente che anche a distanza di 7 anni non smette di lottare per poter tornare nelle proprie case e poter finalmente ricominciare a vivere. Persone meravigliose che quotidianamente vivono e lottano, aiutano gli altri, e, sì ridono insieme, perché una risata alle 3e32 fa schifo, ma ridere insieme, è ancora molto bello!


Infine c'erano e ci sono le persone che, ognuna a proprio modo e con i propri mezzi, hanno cercato di dare una mano. Belle persone, persone che sono salite in macchine, treni e furgoni sgangherati, zaini in spalla e nel cuore solo amore e solidarietà. Lo stesso sentimento di solidarietà che è quello che manca a chi ci governa...

Giustizia e solidarietà che belle parole!

Oggi ci sono le vecchie case ancora non agibili e le nuove C.A.S.E. che non agibili lo stanno diventando, un territorio devastato una città che ancora piange i suoi morti tra le macerie e tutte le persone che, anche molti mesi dopo il terremoto, non ce l'hanno fatta a reggere, e se ne sono andate, alcune altrove, altre ... beh, non potranno più tornare :-(


Ciao Fabbrì
Oggi c'è un indagato che si candida a sindaco e che probabilmente in molti voteranno, chi rideva continua a ridere e chi piange e si rimbocca le maniche continua a chiedere una cosa molto semplice: giustizia e, possibilmente ... un pochino di verità, ma ormai avremmo dovuto capirlo, in questa società dove l'unico padrone è il denaro, le verità si comprano facilmente, le verità si trasformano in una notte oppure, molto più semplicemente, si cambia canale, per non pensarci più.